"Specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?" da principessa a strega, la mutazione delle donne dopo il matrimonio. La parodia delle donne con la fede al dito: perché le donne più belle sono quelle che sanno ridere
Lei: bella come il sole, con
quell'espressione dolce e i modi buffi, con quel fisichino slim e i
capelli sempre a posto… che fine ha fatto? Era lì riflessa nello
specchio e c'è anche una schiera di testimoni pronti a giurarlo. E
la schiera di pretendenti, a proposito, dov'è finita? Eppure è
successo. Dalla taglia 42 siamo lievitate alla 48 (per ora…) e
dalla messa in piega alla massa informe della serie "cosa ti sei
messa in testa?" oppure "il gatto non potevi lasciarlo a
casa?" è stata questione di un attimo. Anzi, di una sillaba:
"sì".
Come capita agli uomini, capita alla
donne e bisogna avere il coraggio di ammetterlo a noi stesse: dopo il
matrimonio, si cambia. Non siamo perfette (anche se abbiamo ottime
giustificazioni da usare come attenuanti) insomma per riassumere la
questione: siamo da sempre vessate con troppe pretese, da assolvere
tutte contemporaneamente di fronte al nostro Super Io freudiano.
Nasciamo, cresciamo e diventiamo grandi
con stereotipi da psicoanalisi: ci vediamo troppo grasse, troppe
magre, troppo alte, troppo basse, troppo formose, troppo piatte,
troppo appariscenti, troppo insignificanti. Insomma si salvi chi può!
Come se non bastasse, infilato nei nostri geni c'è anche il
cromosoma che impone la lagnanza per questioni futili: chi ha i
capelli lisci, li vorrebbe ricci, chi è riccia vorrebbe essere
liscia, chi ha le lentiggini vorrebbe non averle, chi non le ha le
vorrebbe e addirittura si narrano casi di donne sull'orlo di una
crisi di nervi per la secchezza delle cuticole o per l'assenza di
alluce valgo.
Dopo esser sopravvissute
all'adolescenza e alle impervie prove per dimostrare di essere carine
e intelligenti, colte e sportive, forti e simpatiche, dopo aver
schivato uomini dalle virtù morali opinabili e arpie fotoniche, al
cui confronto Scilla e Cariddi sembrano Cip & Ciop, arriva lui:
l'amore. Subdolamente all'inizio ci rende ancora più belle di quanto
siamo riuscite a diventare dopo infinite ore dall'estetista, dopo
maschere fai da te, unghie finte e massaggi comprati in offerta su
Groupon: perché l'amore chiude lo stomaco e allarga il sorriso,
esplodendo in un risultato irresistibile. E così eccola lì, dove
avevamo visto quella bambola allo specchio, con un trucco appena
accennato e i capelli lievemente schiariti dal sole.
Quale fidanzato potrebbe resistere a
questo tripudio di radiosità? Insomma ma dove la trova un'altra
così? Ecco che allora l'esemplare maschio va in gioielleria, sceglie
un anello che reputa grande (su, guardate meglio, per aiutarvi vi
svelerò due grandi verità: 1- c'è sempre un anello più grande di
quello che state guardando voi e 2 - noi non amiamo gli anelli
semplici e discreti) e apre la scatolina con proposta di matrimonio
abbinata in mossa combo. Al suo "sì", lui sente di aver
vinto la scommessa più cospicua della sua vita, lei si commuove e,
insieme alle lacrime, ecco che finalmente si scioglie anche la
tensione (che durava da una vita).
Lui ci ama, nonostante la lista di
difetti che abbiamo stilato da quando abbiamo imparato a scrivere
fino a un minuto fa, ci ama più di quanto noi amiamo noi stesse e ci
accetta per quello che siamo, per come siamo dentro e non per come
appariamo fuori.
Alla domanda trabocchetto «Amore, ma
ti piacerei anche se pesassi 20 kg di più? Anche se la cellulite mi
arrivasse alle caviglie?» però, cadono tutti, come foglie secche
dai rami. Dalle parole ai fatti, è solo questione di un attimo. Una
senso di ebbrezza ci attraversa i sensi ed ecco che sentiamo,
finalmente, di poter fare quello che non avevamo mai osato fare:
abbandonare la dieta. Ormai in preda alla felicità, ci concediamo
strappi alla regola che aggiungono serotonina alla serotonina. E un
cioccolatino oggi, una porzione di patatine domani, magari con
maionese e ketchup e poi "una torta non ha mai fatto male a
nessuno", "sul cappuccio, tanto cacao" ed ecco che
l'ago della bilancia inizia a vacillare. Non è forse questo il peso
della felicità?
Ingrassare però non significa
automaticamente che lui debba darci ragione quando ce ne lamentiamo.
Ai suoi occhi vorremmo essere sempre belle, giovani e impeccabili e
se dovesse capitare che lui ci lasciasse intendere che non fosse più
così, allora significherebbe certamente dell'altro. Eccola qui
un'altra nota distintiva degli estrogeni: la certezza biblica insita
in noi che nulla è davvero come sembra! Tutte dotate di propensione
alla spicciola analisi psicologica, non riusciamo ad accettare che la
vita sia ben più semplice di quello che sembra. Lui non ci ha
preparato il caffè stamattina? Non ci ama più come una volta. Una
sera è uscito coi suoi amici? Non ci diamo più forti emozioni. La
domenica mattina è stato in giro col cane un'ora invece che tre
quarti d'ora? Sicuramente ha un'altra.
Martoriandoci le cellule neuronali
sopravvissute all'attacco acido degli shatush, ecco che ben presto
martoriamo anche il malcapitato che resta sgomento e attonito di
fronte a tante paturnie. E come se non bastasse, noi vogliamo che lui
ci dia sempre le risposte giuste, che ogni tanto non esistono e che
possono essere uguali o contrarie a seconda dei giorni. Come
calcolarli? Impossibile. Se nemmeno il metodo Ogino-Knaus ha
funzionato, non c'è soluzione (tanto più spannometrica) che tenga.
In fondo vorremmo solo continuare a
piacere al nostro uomo come all'inizio e vorremo che accadesse anche
se non curiamo il nostro aspetto tutti i giorni, anche se i vestiti
di una volta forse ci entrano in una gamba ma li teniamo lì perché
«devo trovare un bravo nutrizionista-dietologo-omeopata che mi metta
a posto» (sebbene per quello ci vorrebbe più un miracolo, checché
vogliamo ammetterlo a noi stesse), anche se lasciamo che la
ricrescita dei capelli bianchi si mostri in tutta la sua
sfacciataggine, anche se accantoniamo i baby-doll in nome del pigiama
di flanella e sostituiamo la autoreggenti con calzini di lana grossa
in versione antiscivolo, anche se prima di dargli il bacio della
buonanotte dobbiamo sputare il bite per il bruxismo e anche se sulle
gambe coltiviamo una piantagione di peli sostenuta anche dalla
Coldiretti per il progetto "pelliccia fai-da-te a km zero".
Mica vogliamo l'impossibile: solo la consapevolezza di essere sempre
le più belle per lui.
Perché l'amore è una favola, sia che
interpretiamo il ruolo di Biancaneve, sia quello di Grimilde con la
fede al dito.